Quando Rinaldo invitto
Armida abbandonò
Sentendo il cor trafitto
Per duolo ella mancò
Tal piaga sentì
Tal doglia soffrì
Ch’in tanta pena
Suo desir fu
Non viver più
Con mille ohimé dolenti
I lidi ella ferì
E in questi amari accenti
L’acerba doglia aprì
‘Hor dunque da me
Puoi volgere il piè?
Hor dunque il cielo
Mirar potrà
Tua crudeltà?
Perfido mancatore
Sia maledetto il dì
Che co’ suoi sguardi Amore
Il petto mi ferì
Diversa mercé
Sperò la mia fé
E provo ahi lassa
Sua ferita senza pietà’
Ciò detto ella oprò poi
Sua magica virtù
Et agl’incanti suoi
Pluto ubbidiente fu
Il sol s’oscurò
La terra tremò
E d’atre nubi
Velando il dì
Ella sparì