Se non scrivo mai di te né ti regalo una canzone,
se non stringo il nostro amore in un pugno di parole
è perché tempo che scoppi come bolla di sapone.
In un prato abbandonato sai trovare i quadrifogli
con gioia delicata ridendo li raccogli,
ma non voglio parlare di quello che sai fare.
Ai pensieri senza uscita che tappano i miei giorni
doni un po’ di aria quando torni,
ma non voglio parlare di ciò che mi sai dare.
Preferisco non cantare quanto è morbido il tuo viso,
o la pace che sa darmi un tuo sorriso,
ma voglio cantare il tuo mancare,
voglio solo cantare il tuo mancare,
posso solo cantare il tuo mancare.